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Chi è l’ammalato? l’individuo o la società?

La relazione tra patologia dell’individuo e patologia della società sono stati da sempre centro di interesse per chi si occupava di disagio mentale.

Alla fine dell’ottocento, in una società nel pieno dello sviluppo tecnologico ed economico, Sigmund Freud medico neurologo, alle prese con una malattia di cui si fatica a comprendere le cause, l’Isteria, elabora non una terapia, ma un modello di funzionamento della mente. Negli anni della maturità assiste alla nascita delle disastrose dittature che hanno sconquassato l’Europa ed il mondo, e prova ad integrare le sue teorie sulla mente, che non riuscivano a spiegare comportamenti aberranti, inserendo la pulsione distruttiva Thanatos, nelle sue idee sul funzionamento della Psiche.

Alla fine degli anni 60 la società occidentale è agitata da una tensione sociale crescente: stanno per esplodere le rivolte giovanili che culmineranno con il ‘68. Il disagio mentale su cui si concentra l’interesse è stavolta il disturbo schizoide, la colonna sonora di quegli anni è la musica psichedelica dei Pink Floyd, o l’esplicito riferimento al disagio del tempo, con la canzone dedicata allo Schizoid Man del 21° secolo, dei King Crimson. Esce il film, interpretato da Jack Nicholson, Qualcuno volò sul nido del cuculo, che contribuisce a sensibilizzare molti sul complesso tema della malattia mentale e su come la società debba affrontarla.

Lo psichiatra scozzese Ronald Laing si interessa agli schizofrenici. E’ il capofila di una corrente di nuova psichiatria che riuscirà a cambiare profondamente e definitivamente il modo di comprendere e di gestire il disagio mentale.

anche l’Italia è coinvolta dall’ondata di rinnovamento, per merito di un coraggioso psichiatra, Franco Basaglia, che riuscirà a convincere il Parlamento ad emanare l’ormai famosa legge 180 del 1978, che interrompe la degradante segregazione dei malati psichiatrici.

Questi due esempi per evidenziare due differenti modi di interpretare la relazione tra individuo e società

  1. All’epoca di Freud il mondo viene via via travolto da un’isteria collettiva, alimentata da pochi uomini che però riescono ad attirare tutta l’attenzione verso se stessi: L’INDIVIDUO PORTA LA FOLLIA NELLA SOCIETA’
  2. Negli anni che precedono e seguono le grandi rivolte giovanili del ’68, molti individui manifestano un intenso disagio psichico che i giovani psichiatri ritengono si origini dall’eccessiva pressione della famiglia e delle regole sociali rigide: LA SOCIETA’ PORTA L’INDIVIDUO ALLA FOLLIA

Oggi probabilmente stiamo vivendo un nuovo acuirsi delle tensioni in seno all’individuo, che probabilmente trovano un corrispettivo in questa nostra società sempre più violenta e distruttiva. Una società che alimenta l’arrivismo senza regole ed il disprezzo verso chi rimane indietro o è straniero o diverso.

La malattia emergente è il narcisismo patologico, lo stato mentale che caratterizza gli individui che non riescono ad empatizzare emotivamente, e che sono anche carenti di regole morali, che riescono a simulare senza sforzo una benevolenza apparente ma non riescono a fare a meno di misurarsi con tutti quelli che incrociano, e che quasi sempre disprezzano. Questi individui mutano rapidamente stato emotivo, passando da fasi di esaltazione a volte maniacale a improvvisi periodi di isolamento e di prostrazione. La loro caratteristica è di cercare sempre un nemico con cui misurarsi, possibilmente più debole, perché per loro ogni competizione deve poter dimostrare la loro superiorità.

3. In questa epoca, alcuni individui affetti da disturbo narcisistico, nel contesto di società malate, riescono a raggiungere posti di potere elevati, esaltando così la loro follia a movimento di popolo, con conseguenze sempre nefaste : LA SOCIETA’ ALIMENTA E AMPLIFICA LA FOLLIA DELL’INDIVIDUO.

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